giovedì 20 novembre 2014

2 - CI VUOLE UN CAMBIAMENTO

Alcuni amici mi hanno detto che il mio primo post sul cambiamento, pur se condivisibile, è troppo generico, retorico.

Prima di tutto li ringrazio per averlo letto!

A mio parere, tutte le Grandi Parole (Amore - Amicizia - Lealtà - Onestà, Odio, Paura... ) sono totalizzanti e coinvolgono (a volte travolgono) tutto il nostro essere.

Sono i nostri terremoti interiori, sono le nostre sfide personali, sono le nostre fatiche, sono i nostri ideali, sono le nostre azioni.

Cambiamento è una di queste parole.

Mi spiace per i cultori della velocità, della sintesi e dei 120 caratteri, ma Il Cambiamento merita  uno slow trip (sì, come uno slow food ...)

Un viaggio dove i dettagli contano.

Sì, perchè non me ne frega niente di decretare l'ennesimo "Decalogo del Cambiamento" 
... ci pensano già ampiamente i media e non ho quasi più spazio per i decaloghi. :-(

Cambiamento, ovvero ... Sveglia!

Cosa intendiamo per Sveglia?
  • parliamo di una scossa, un reset del nostro cervello e un riavvio del sistema 
  • parliamo di una dichiarazione di intenti, con noi stessi e verso gli altri, sulla revisione del nostro vivere
  • parliamo di una revisione accurata di tutte le nostre scelte, nel privato come nel pubblico
  • parliamo di soprattutto di apertura mentale ... della serie
  "siamo tornati, ascoltiamo e decidiamo"
Fatemi sognare,  se "tornassimo davvero tutti insieme" ve lo immaginate la forza propulsiva che potremmo sviluppare? Da Brividi!

Bene, se ci dobbiamo svegliare, opto per un risveglio sano, energetico, positivo e determinato.

La colazione è importante, è l'inizio di giornata e io ho le prime domande:

Perchè l'umanità ha creato queste parole?
Perchè sono universalmente riconosciute come "importanti"?

La mia opinione?

a) perchè rappresentano la nostra capacità evolutiva

b) perchè valgono una vita

c) perchè mostrano i nostri limiti e i nostri istinti

d) perchè non ci mollano mai, interferendo nelle più piccole scelte quotidiane

Propongo, come primo passo, di riqualificare la parola "Cambiamento" portandole Rispetto.

Usiamola con cautela e, prima di pronunciarla, soffermiamoci 3 secondi a pensare se sia il caso di usarla o meno.

Avete finito la colazione? Bene, per questa questa puntata ho finito anch'io.

... continua


lunedì 17 novembre 2014

Ci vuole un Cambiamento

Non ce n’è: sembra siamo predestinati a vivere un tempo stigmatizzato da PAROLE.

C’è stato il tempo della qualità, professionalità, dell’equità, della trasparenza, della sostenibilità e canaglia se siamo riusciti davvero a fare qualcosa di buono per dare un senso vero a queste parole!

Anzi, le abbiamo talmente usate e abusate dal non percepirne nemmeno più il valore.
Non lo percepiamo, ma il valore c’è.  Non ci sono dubbi in proposito.

E ora? Ora la parola chiave è cambiamento, ma vi pare che si potesse tralasciare questa parola?

Cambiamento, tutti ne parlano e nessuno lo fa e sapete perché?

Perché è difficile, complesso, una vera rottura di palle, ci vuole coraggio, determinazione e anche orgoglio.

Ci sono volute generazioni e generazioni di individui per scandire i "grandi cambiamenti del genere umano", secoli di storia, lotte e battaglie per affermare il nuovo, l’inusuale e questo scandisce inequivocabilmente la nostra incapacità di adattamento a tutto ciò che ci appare come sconosciuto.

Ma allora, di quale cambiamento parliamo?
Quale valore vogliamo dare a questa parola? 
Quanto siamo pronti a metterci in gioco veramente?

Siamo ancora capaci di scendere in campo individualmente? 
Onestamente, me lo chiedo e ho molti dubbi in proposito.

Non vedo in giro gente disposta a condividere punti di vista diversi, né vedo persone disposte a cambiare un’opinione e tantomeno le proprie abitudini.

Viceversa, vedo molte persone combattere per l’esatto contrario, per mantenere intatto il proprio mondo, le proprie convinzioni, il proprio modo di vivere.

Eppure,  nei talk show, sui giornali, alla radio, in internet e tra gente impera il grido: 
Ci vuole il Cambiamento!

Ma allora, chi deve cambiare?

Sempre l’altro, naturalmente.

Continua.... 

lunedì 24 marzo 2014

PERDONARE E DIMENTICARE: SIAMO DAVVERO CAPACI?

Se ci fate caso siamo molto più bravi a ricordare (con dovizia di particolari) i torti e i mali subiti, rispetto al bene e alle buone azioni ricevute.
Mi chiedo spesso se questo comportamento sia dovuto all'intensità della percezione del dolore o alla nostra indole geneticamente critica.
Fatto sta che, normalmente, ricordiamo sempre le cose brutte, i dolori e le catteverie, come se la nostra vita ne fosse inevitabilmente contagiata.
In realtà, nella vita di ognuno di noi ci sono momenti belli, bellissimi, brutti e bruttissimi perché il nostro vivere si é evoluto così.
Ero solita dire: - "perdono, ma non dimentico". Oggi dico: - "perdono e ce la metto tutta a dimenticare" Ce la farò? non ce la farò?